17 gennaio 2012

Appendice di Dicembre...

Per dire.















Poi ho trovato anche un paio di video che rendono meglio giustizia alla mazurka di cui parlavo nel post precedente. Il primo riguarda il concetto di mazurka clandestina. Fatta eccezione per l'introduzione sui clandestini che lascia un po' il tempo che trova...mi sembra che spieghi meglio lo spirito col quale nasce l'idea e soprattutto che mostri qualche altro ballo oltre alla vera e propria mazurka francese.


Questo invece è un esempio stupendo di cosa possa essere, certe volte, ballare la mazurka francese. Voglio diventare bravissima! :)


Ecco.
Buonanotte *

14 gennaio 2012

Dicembre ( HA! )

Il mio dicembre è stato strano. Sembrava destinato ad essere l'ultimo di dodici mesi per niente facili, non mi aspettavo niente. A dire la verità, speravo pure che passasse alla svelta! Forse perché sono nata in estate, non lo so, ma per me l'inizio dell'inverno è sempre un po' un macigno. La prospettiva di trascorrere dei mesi imbacuccata, senza troppa possibilità di stare all'aria aperta, con quelle giornate troppo brevi per godersele fino a tardi, ma infinitamente lunghe e faticose sotto molti altri punti di vista...insomma per me non c'è molto da stare allegri in un periodo così!

Poi però mi sono imbattuta in una serie di cose che, una dopo l'altra, hanno fatto scivolare via le giornate in modo così leggero da lasciarmi stupita, oggi, a metà gennaio, di essere già arrivata fin qui.

La prima di queste è stata un bellissimo progetto di condivisione fotografica di cui avevo accennato qui e al quale mi sono divertita a partecipare, seppure con la mia proverbiale discontinuità, ma comunque con immenso piacere, soprattutto tutte quelle volte che mi sono persa a fantasticare sui minuscoli e a volte stupendi dettagli delle giornate degli altri sessantotto partecipanti. Quindi grazie a tutto il gruppo P'tit, alla sua creatrice Zelda e alla sua infinita voglia di scambio e d'incontro. Qui sotto un bel riassunto del nostro P'tit monde, nel quale anche una piccolissima cosa può cambiare il gusto di un'intera giornata.


Dopodiché, non posso non essere grata alla mia sorellina, insaziabile amante delle nuove esperienze, per avermi introdotta al magico mondo delle mazurke. E qui è necessario fermarsi un attimo e tornare in dietro per capirci meglio. 

Mesi fa, alla domanda distratta "Cosa fai questo weekend?", laBjr (si legge la bi-giùnior) rispose: "Uno stage di danze popolari in montagna." e io distrattamente, sempre, registrai che mia sorella partiva per indefiniti monti con il suo inseparabile amico pazzo (che adoro) a ballare sotto la luna insieme ad un, presumibilmente, branco di matti in gonnellone e salopette tirolesi (non so perché ho pensato tirolesi) e che sarebbe tornata soddisfatta.
Bon.
Da quel famoso fine settimana sono trascorsi mesi e, sempre più spesso la sorellina mi rispondeva, alle distratte domande di rito, cose tipo: "Vado a ballare al folkqualcosa", oppure "Ho una mazurka clandestina". 
Poi un giorno, quando anche il mio altissimo livello di distrazione non fu più abbastanza alto per ignorare proprio tutto, la domanda sorse spontanea: "La coosa clandestina?? Mazurka?!?! Ma veramente?..."

Insomma, dopo mesi di distrazione e, sì, d'impercettibile scetticismo, mi sono lasciata tirare in mezzo e sono andata anch'io a ballare al folkqualcosa (che poi ovviamente non si chiama così, ma era per rendere, al momento suonava simile).
Ebbene, incredibile, la mazurka in questione non è affatto quello che immaginavo. Dimenticatevi la mazurkadiperiferiiia di Raoul Casadei, niente balzelli da marionette del carillon ultrasettantenni, né vestiti di lustrini o da domenica del villaggio di Mengacci. E nemmeno l'ombra di una salopette tirolese! La mazurka in questione, innanzitutto è francese. E già, qui, dovreste intuire lo stile leggermente più raffiné e meno Casadeiano della questione. La mazurka francese è, sì, un ballo tradizionale, ma è un ballo di coppia molto piacevole, per niente ridicolo (come si potrebbe pensare ed io ignorantemente pensavo) e soprattutto abbastanza semplice da imparare. Quest'ultimo aspetto fa si' che, a differenza per esempio dal tango, anche una totale neofita come me si possa ritrovare a ballare senza troppi stress, fin dalla prima volta, anche fino alle 4 del mattino. Ecco. E così è andata!
Ho trovato un video che riguarda una mazurka clandestina organizzata lo scorso aprile a Milano. In questo inaspettato dicembre, mi è capitato di partecipare e devo dire che è stato davvero divertente.


Sarebbe troppo lungo spiegare e andrebbe aggiunto che, oltre alla mazurka si ballano tante altre danze popolari di coppia, come anche in cerchio o in gruppetti di quattro o più persone, ma la sostanza è che ho scoperto un mondo. Ho scoperto che gente di tutte le età, sorprendentemente anche giovanissimi, si ritrova volentieri a ballare danze che in un certo senso ristabiliscono dei ruoli cavallereschi un po' dimenticati e che, vi assicuro, ogni tanto fanno proprio bene al cuore.
Ultima piccola annotazione a margine e poi la smetto, la sottoscritta, a furia di ballare, è anche dimagrita senza il minimo sforzo, se non quello di indossare più gonne del solito e di ballare con tante persone nuove, a volte anche molto interessanti.
HA! Non vi sembra che sia un'ottima novità?

Tornando invece al mio quotidiano lagunare e non, purtroppo le vacanze mi hanno allontanata per un po' dalle mie adorate calli, lasciandomi solo come compito quello di studiare, studiare e studiare per gli esami della sessione di gennaio. Gli esami. Ecco. Per onestà devo dire che gli esami inizialmente da dare erano due (Letteratura francese e Linguistica generale). Dopo attenta riflessione (....) l'esame che ho scelto di dare è solo uno: Linguistica. Questo perché ho l'ansia da prestazione e gli esami orali, per me, richiedono mooooolta più preparazione che per una qualsiasi persona normale che debba rispondere a delle domande guardando in faccia il professore, anche qualora il professore fosse in realtà una professoressa tutt'altro che terrorizzante.
Comunque, tant'è. L'univeristà, per me, è stata una scelta ponderata su basi diverse dall'obiettivo Laurea e uno dei punti cardine della mia decisione era che questo non diventasse mai fonte di stress, ma solo e unicamente un piacere. Perciò...Linguistica.
L'esame si svolgerà il 24 e non credo che scriverò altro, qui, prima di quella data, ma se qualche anima pia si ricordasse ugualmente d'incrociare le dita per me... :D


Un'altra cosa che sono felice di aver fatto a dicembre è stata tornare in montagna dopo tanto tempo.
Era tradizione, nella mia famiglia, che trascorressimo il Natale tutti insieme in montagna, in una casa che mio papà aveva ristrutturato (da architetto) nel periodo in cui nasceva mia sorella e che si trova in un paesino in cui diversi amici dei miei genitori hanno man mano acquistato o preso in affitto qualcosa. Risultato, ogni anno ci ritrovavamo con una banda di amici a passare le vacanze invernali tra neve, Natali, giornate di sci, bobbate, compiti a casa, Capodanni e cioccolate. Vero regalo di un'infanzia felice.
Negli ultimi anni, con i nonni non più tanto in forma da spostarsi così facilmente e le varie compagnie di amici sparse qua e là, questa tradizione si era un po' persa ma, per il 2011, tra famiglia e amici ce l'eravamo ripromessi: si torna a far vacanza tutti insieme!
E così la sera di Natale mi sentivo di nuovo una seienne in pigiama, mentre guardavo l'albero che avevamo addobbato


e la mattina, guardare fuori dalla finestra era un piacere. Anche lo studio non è andato niente male. Il Capodanno è stato tranquillo e divertente, come piace a me, e per la prima volta dopo tanti anni ho ritrovato una parte di me che letteralmente si bea dell'enorme fortuna ricevuta nella vita. Pura e semplice.








Ecco. Adesso mi sembra di aver reso giustizia a questo mese in cui avevo riposto ben poca fiducia rispetto a tutto quello che poi mi ha regalato.
Ci sono dettagli che non ho rivelato, fotografie che non ho pubblicato, sensazioni che non ho descritto e scoperte di cui non parlerò. Ma la morale, per me, di questo dicembre è che mai, in nessun momento, puoi dire che cosa farai in un dicembre qualunque di un anno qualunque (o meno) della tua vita.

Ho scritto tanto. Vi voglio bene se siete arrivati fin qui, ma anche se no.
Buon anno!

17 dicembre 2011

I miei 5 desideri per il 2012

Lo dicevo qui, il mio Capodanno personale non è il 1° gennaio. L'anno nuovo, per me, inizia sempre con un 1° di settembre che quest'anno è stato foriero di vere novità. Primo giorno nella casa di Venezia, primi passi sull'acqua, primi scambi con le coinquiline... prima volta che dico "Ricomincio da capo!" e lo faccio sul serio.
Insomma, il principio, per me, è già stato. Ma la mia amica Zelda, sempre intenta a stimolare e condividere il meglio di sé e degli altri, lancia un'idea che a me, in quest'anno di novità, stuzzica da morire.
Così, ho pensato di stilare anch'io la mia lista dei 5 desideri, sperando che questo 2012 sia, in qualche modo davvero, "la fine del Mondo", nel senso più rigenerante possibile.

1. Ricordarmi sempre chi sono. 
Ricordarmi chi ero quando ho messo i piedi per la prima volta in Africa e tutti i passi, tutti, nessuno escluso, che mi hanno portata fin qui. Le persone, le paure, il coraggio e l'amore. La Vita, quando l'ho incontrata.
2. Provare quanto più spesso possibile la soddisfazione di portare a termine un progetto. Compreso tutto.
3. Combattere la pigrizia! Darmi la possibilità di fare mille esperienze, di conoscere, d'imparare cose da zero.
4. Invischiarmi nell'Amore. Non trovarmi a scappare; esplorare e poi, alla fine, scoprire che mi sono lasciata conoscere davvero. Comunque. (Ahi!..)
5. Viaggiare, viaggiare, viaggiare. Il 2011 è stato un anno stanziale. Ne avevo bisogno, è stato importante e mi ha aiutato molto. Ma adesso si riparte! Primo step: rimettere a posto la Nikon, se no niente. :) 



E voi? Quali sono i vostri 5 desideri per l'anno nuovo?

16 dicembre 2011

Dettagli

Coooosa??? Non scrivo qui dal 27 di novembre?
A me il 27 di novembre pare una vita fa...

In effetti da quel giorno sono successe un po' di cose (o stanno cambiando?) e soprattutto la mia vita veneziana è stata leggermente diluita dal milanesissimo ponte di Sant'Ambrogio. Il nostro patrono, infatti, viene ricordato il 7 di dicembre, giorno prima della festa dell'Immacolata ed è quindi subito ponte! Perciò la settimana in questione non mi ha vista approdare come al solito armata di un trolley che sta tirando le cuoia in questi giorni, borsa dei libri, borsa del computer e borsa-e-basta (che, giustamente, solidarizza con il povero trolley perdendo pezzi pure lei...ma io la amo troppo per lasciarla andare...ok è una storia straziante) insomma dicevo, non sono andata a Venezia la scorsa settimana. In compenso sono stata qualche giorno all'Isola d'Elba, piccolo paradiso terrestre che ospita da più di 50 anni una casa che adoro. Era di mio nonno.
Quella casa, per noi, rappresenta il passato e il futuro della nostra famiglia e arrivare lì, ogni volta, ogni singola volta, è un regalo. Un respiro profondo, un viale alberato e, in fondo al viale, un gigantesco sorriso circondato di alberi.
Sono stati giorni tranquilli, stuzzicati da qualche piccola attesa e abbelliti da una passeggiata in giro per il paese che, soprattutto fuori stagione, ci offre sempre delle chicche indimenticabili.






La prima foto, perciò, è andata ad impreziosire il Calendario dell'Avvento: P'tit . Un progetto tutto speciale cui accennavo qui e che si sta formando giorno per giorno grazie alle immagini più varie e inaspettate di piccoli particolari che però possono cambiare il volto di una giornata. Se vi viene voglia di partecipare, siete sempre in tempo! Il gruppo non è chiuso e vi assicuro che farne parte è una bellissima esperienza.

A proposito di Avvento, il Natale si avvicina e con lui anche una serie di cose, dettagliucci, come le Santissime Vacanze e i Temutissimi Esami. Le prime ad alleviare l'attesa dei secondi... Dunque il mio piano di studi prevede, per il mese di gennaio, due fantastici esami: Letteratura Francese (evabè, tanta roba da studiare, ma comprensibile) e Linguistica Generale (AHHHH!!). Diciamo che l'esame di Linguistica, so di dissimularlo alla perfezione, ma è un tantinino preoccupante, dal momento che c'è anche qui una marea di cose da sapere ma queste cose non sono affatto intuitive. Comunque. Questo offre il menù e a tavola mi ci son voluta sedere io, perciò...ecco. Le Vacanze, anche per studiare.

Ci sono anche ottime notizie! Ad esempio, leggendo questo post tutto dicembrino della mia amica Zelda, oggi vengo a scoprire (o a realizzare, ma mi fa un po' lo stesso effetto) che stanno per tornare ad allungarsi le giornate. Se le mie pochissime nozioni di geografia astronomica non m'ingannano, questo dovrebbe succedere dal 21 dicembre, solstizio d'inverno e compleanno di una delle mie amiche di sempre, dette le Bimbe. E io non vedo l'ora! Sì perché di metereopatiche come me, forse ce ne sono. Ma la fatica che provo nel vivere così poche ore di luce al giorno non so se sia esattamente comune. Insomma comunque, inizia il conto alla rovescia per tornare a rosicchiare minuti di luce fondamentali al mio buon umore. Chi mi frequenta lo sappia: questi giorni di buio lungo sono i peggiori per pretendere della qualsivoglia positività da parte mia. Quella che coglierete in vostra presenza sarà tutto merito vostro.
Questo per dire che oggi, che a Milano c'è un tempo da far venire la depressione a chiunque, ho bisogno di poche cose: coccole, comprensione e sorrisi, non troppi, ma veri.

Mi è appena venuto in mente un buon regalo di Natale per qualcuno che questo forse l'ha capito molto in fretta. Esco a cercarlo! :)

27 novembre 2011

Tre righe dopo l'incubatrice. (giveaway!)

Come spesso mi accade, arrivo a un soffio dall'ultimo momento!
Non so perché ma, soprattutto quando una cosa per me è impegnativa (nel senso più che altro emotivo del termine, ma mi succede anche tutte le volte che devo prendere un treno. PER DIRE), svicolo, girovago, mi distraggo, faccio altro, finché non-c'-è-quasi-più-tempo. Allora sì. Allora capisco che è il momento di agire e lo faccio.
Non è che davvero pensi ad altro. Il mio distrarmi non è reale, lo definirei più "rituale". Certe volte è come se, prima di un evento importante, mi chiudessi in incubatrice, occhi serrati e pugni stretti, mentre fingo distrazione e millanto una lista inesistente di cose da fare. Poi, al primo dei dodici cinderelliani rintocchi, inizio a correre.
Sempre così. Qualche psicologo di una certa corrente potrebbe dire che questo derivi dai soli quindici giorni iniziali di ritardo sulla data prevista per la mia nascita (si tenga presente che negli anni settanta forse le previsioni non erano esattamente al millesimo di secondo, ecco...) e ho il sospetto che mia mamma sarebbe d'accordo: il 2 luglio di quell'anno (hihi) era proprio il momento di agire. E così per tutte le mie cose: dare un esame, comprare un biglietto, confermare la mia presenza, perfino dichiarare il mio amore...sempre all'ultimo. Sempre quando sembra non ci sia più nulla da fare. In effetti non si contano le volte che arrivo proprio tardi, ma questo è un altro capitolo...
La storia di oggi, invece, è una di quelle a lieto fine: sono ancora in tempo! Il 27 novembre a mezzanotte scade il tempo per partecipare a questo stupendo giveaway, chevvelodicoaffà, sul blog della mia amica Camilla http://zeldawasawriter.com/ che solo pochi giorni fa festeggiava il suo secondo anno di vita con il compleanno più bello di tutto l'universo web (per festeggiare ancora guardate qui, qui, qui e ancora qui).

Per partecipare bisogna innanzitutto scoprire il sito di Roberta Rizzi, che già è di per sé un regalo. Una volta che si riesce a smettere di fare "Uuuuh! Lo voglio... Nuuuooooo! Questo è stupendo!!" e via dicendo, diffondere il link delle meraviglie (no, non sono ad esaurimento scorte, potete passar parola senza il rischio di rimanere senza!) e quello del giveaway. Infine (e qui viene finalmente svelato il perché della mia ultima incubatrice), lasciare un commento al post di Zelda che contenga tre righe di una lettera mai scritta.


In palio i fantastici taccuini di Roberta!


Ci ho pensato, ripensato e ripensato ancora un po' fino a che, questa mattina, è suonato il primo rintocco.
Ecco qui. La mia lettera è pronta, ne estraggo un pezzettino. Il momento è venuto di PARTECIPARE.

"Non saprai mai quanto quel tuo gesto spontaneo e pieno di cura mi abbia cambiato la vita. 
Avevi diciott'anni, io molti di più. Eppure mi sono sentita piccola, viziata, fortunata e stupida. Certe volte mi fermo e mi ritrovo ancora lì, seduta su quella panca di legno consumato. Tu che torni a sederti vicino, io che cerco di non farti capire che un secondo fa, con due monete, mi hai insegnato il valore della Vita."

Che fate, venite a vedere?


P.S. L'ho detto che ci saranno DUE vincitori?? Andate subito a leggere il regolamento!
Friggo.

16 novembre 2011

Thank you.

Finalmente riemergo da quel pantano di scatole, giornali, pallini e rotoli di scotch da cui vi scrivevo giorni fa per dirvi

HO FINITO!

Ebbene sì, ce l'ho fatta. Sono sopravvissuta  anche al trasloco super speedy, al ritorno in casa dei miei e, il giorno della consegna di casa ai nuovi inquilini, anche ad un subitaneo litigio fra loro, i traslocatori e il mio adorabile e sempre-sul-pezzo portiere, Miguel: 'na traggèdia! Ma sono viva e sì, devo dirlo, anche molto fiera di me.

A questo punto, come si conviene a tutti gli eventi di portata transplanetaria come questo,  partirei con i ringraziamenti.

In ordine di apparizione sarò eternamente grata a: 

La mia Amica Valeria, senza la quale non avrei nemmeno iniziato.
Il mitico Miguel che mi ha procurato l'80% degli scatoloni (l'altro 20 gentilmente concesso da Esselunga e I Giorni di Carta nella persona di Melitta), che ha sopportato il traboccare dei bidoni della spazzatura condominiale di ogni sorta di oggetto inclassificabile e che, soprattutto, ha mantenuto un à plomb invidiabile davanti a un episodio davvero poco simpatico.
Le Bimbe tutte, per aver affrontato via Whatsapp l'inaspettata quanto violenta crisi del ritorno acasadeimiei. Diciamocelo: al di là degli innumerevoli lati positivi di avere dei genitori come i miei e della fortuna di potermi appoggiare a loro in questa fase  - come in molte altre - è estremamente difficile accettarne la necessità, o per lo meno mantenere i nervi saldi e non scivolare rovinosamente sul terreno del rientro in casa. Sedare le ansie di un'amica per iscritto non è cosa da tutti ma, fortunatamente, da Bimbe sì.
Glialtri, in questo caso Carlo e la Marti, che hanno fatto una delle parti più difficili: aiutarmi ad affrontare la fuffa e a razionalizzare. Due veri mastini!
La mia Sorellina insostituibile che, oltre a darmi come sempre supporto morale nei momenti più difficili, è riuscita a pulire a specchio cose che voi umani non potete neanche immaginare. E si era appena svegliata! (Lascia stare che ore fossero, son dettagli.  :P )
I miei genitori per una serie inelencabile di cose e per il bricolage, il fai-da-te, il giardinaggio e, sopra ogni cosa, la pazienza.
Tutti quelli che sanno cosa significa e mi hanno incoraggiata e sostenuta!

Mi sento un po' in abito da sera alla notte degli Oscar.... 

Comunque. Primo giorno di nullafacenza totale e rimetto in ordine le idee (perché di mettere in ordine cose, oggi, non se ne parla proprio) e così riguardo qualche foto che ho scattato nei giorni scorsi.

Una mattina di fine ottobre, ad esempio, sulla strada per andare a scuola c'era tanta luce e dei colori pazzeschi




non ho resistito. Arrivata alla materna, ho continuato a ripensarci, a cercare di ricordare il profumo di quell'aria di autunno. Poi, verso le dieci e mezza, come ogni mattina, abbiamo portato i bimbi in salone, uno spazio al chiuso ma tutto vetrato, dal quale i bambini mentre giocano possono guardare il giardino della scuola. Alla fine non ho resistito e ho aperto il portellone per far entrare l'aria... Come li adoro questi bimbi. Certe volte sembra che ci leggiamo nel pensiero!


Qualche giorno fa, invece, per una serie di coincidenze io e la mia amica Olivetta ci siamo regalate una stupenda giornata da turiste.

Prima tappa, il Ghetto Ebraico: un luogo pieno di fascino, intriso di storia e tradizioni, non del tutto esente dal business del turismo, certo, ma di sicuro una zona di Venezia da scoprire. 


In questa piazza si trova anche il Museo Ebraico. Siamo entrate ad informarci e ci sono diverse visite guidate! Ci torneremo un'altra volta con più calma. E' tra le cose da fare.   :)


Finita la nostra passeggiata e svaniti per una serie di vicissitudini i nostri impegni per il pomeriggio, abbiamo deciso di continuare il giro turistico qui, scoprendo così che Peggy Guggenheim trascorreva le sue giornate, a partire dagli anni '50, in un luogo pazzesco, affacciato sul Canal Grande, con questa vista qui


e circondata di mille opere d'arte una più stupenda dell'altra, come ad esempio la preferita di Olive, di Alexander Calder


che s'intitola "Arc of Petals". E' fatta di alluminio, ferro e rame, alta più di due metri e sospesa al centro del bellissimo ingresso vista Canale al quale si accede dal giardino interno. Hanno un effetto quasi ipnotico il suo ondeggiare quasi impercettibile e le ombre magiche che proietta su un disco bianco posato a terra...
Sempre grazie a Calder, la nostra amica dormiva in un letto la cui testata era un capolavoro di luce, forme e piccoli dettagli come una libellula dondolante che ho adorato. Sfido chiunque a non fare sogni e progetti entusiasmanti dormendo con la testa immersa in questo mondo qui!


Nel suddetto giardino si nascondono l'Albero dei desideri regalatole da Yoko Ono,


pensieri di Maurizio Nannucci che sembrano parlare con me..


e si creano scorci da lasciare senza parole.



Insomma, la padrona di casa non sembra essersela passata male. Era persona eccentrica ma elegante, dal portamento sorprendente e deve aver trascorso dei bei momenti, vissuto amicizie ed esperienze invidiabili. Nonostante questo, abbiamo anche notato che nella maggior parte delle fotografie esposte di lei, Peggy non sorride. 


Particolare riuscire a no sorridere nemmeno un po' indossando questi occhiali! 

immagine tratta dal sito Associazionegap.it

Insomma ce ne siamo andate con la sensazione di non aver ancora afferrato proprio tutto della nostra beniamina. Torneremo anche da te!

Ultime tappe del nostro tour (e ultimi chilometri a piedi!) due esposizioni nelle quali ci siamo imbattute per caso sulla via del ritorno, una delle quali mi ha particolarmente colpito. Si trattava di una mostra d'arte contemporanea del mondo Arabo intitolata "The Future of a Promise". In effetti non mi ero mai soffermata a pensare quale tipo di arte si potesse fare in una parte del Mondo così carica di tradizioni e allo stesso tempo così piena di fermento rivoluzionario e devo dire che è stato davvero interessante.
Qui sotto metto alcune immagini che, però, non rendono affatto. Insomma se passate di là prima del 27 novembre vi suggerisco di fare un salto. Anzi, di fermarvici proprio per un po', con calma, e di assaporare lo stupore e la curiosità che queste opere possono suscitare.




Credo che abbiamo molto da imparare gli uni dagli altri, come sempre.


Detto questo, per concludere ci tengo a segnalare la FORTUNA SFACCIATA della mia amichetta e compagna di corso che, uscite dal padiglione, semplicemente posando lo sguardo per terra mentre chiacchieravamo alla luce del sole veneziano che tramontava si è chinata e, felice come una zucca trasformata in carrozza, mi mostra questi!


No words.
Just THANK YOU Venezia.




11 novembre 2011

Coming soon...

Amici, stasera sono salita su un carretto che mi piace.
Certo, per le condizioni sospese in cui vivo al momento non mi sento ancora di garantire al 100% di essere in grado di meritarmelo, ma mi piace provarci. E perché non farlo anche voi? Guardate un po' qui e pensateci.



Saltate sù?

p.s. A breve qualche aggiornamento sullo stato delle cose a casa Scatolefuffa. Stay tuned!